Accesso professione. L’Agsp risponde a Gervaso

Egregio Gervaso,

ci permetta di dissentire rispetto alla sua “verità” sul giornalismo di oggi espressa in risposta ad un giovane aspirante collega, sul Messaggero di oggi venerdì 19 maggio. In un giornale “si entra bussando all’uscio di un partito”, questa la sua opinione, alla quale poi aggiunge il consiglio finale: “salga subito sul carro del vincitore”.
Ci dispiace per la Sua versione “dogmatica”, ma non è così.
Se da un lato è vero che per avere un praticantato in un giornale è spesso necessario ricorrere a percorsi di amicizia o parentela, è altrettanto vero che oggi una alternativa c’è: le Scuole di Giornalismo riconosciute dall’Ordine dei Giornalisti.
Anche alla luce di una recente riforma, queste Scuole riconoscono il praticantato e pertanto danno diritto a sostenere l’esame di Stato per diventare giornalista professionista.
Le Scuole di Giornalismo possono rappresentare una svolta per il giornalismo di oggi principalmente per 2 motivi: l’accesso ad esse avviene con la procedura trasparente e meritocratica di concorsi pubblici; prevedono due anni di formazione specifica giornalistica. La nostra proposta è semplice: stabiliamo che per diventare giornalisti professionisti l’unica via possibile è quella delle Scuole di Giornalismo riconosciute dall’Ordine, e poi il mercato deciderà chi è più bravo e chi è meno bravo.
Egregio Gervaso, come vede una via di accesso non “scomoda” al giornalismo c’è: si unisca a noi in questa battaglia per aumentare la qualità, l’autonomia e l’indipendenza dell’informazione.
Così anche Lei, da domani, ai diversi Raffaele Calandrelli potrà dire: “Vuoi fare il giornalista? Fai il concorso per entrare in una Scuola di Giornalismo e studia! Se sei bravo, sgobbi, sudi e vuoi arrivare, allora arriverai”.

Vittorio di Trapani
Segretario Associazione Giornalisti Scuola di Perugia