Il destino dell’Unione europea mai come in questi mesi è indecifrabile. Il progetto di un’Europa unita politicamente è ancora solo un sogno, mentre i governi degli Stati membri continuano a fare i conti con l’incubo dell’austerità economica. Al Festival del giornalismo di Perugia se n’è parlato nell’incontro “Europa: morte o rinascita politica?”, organizzato dall’Associazione giornalisti Scuola di Perugia (Agsp) in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea e moderato da Anna Piras, giornalista di Rai Parlamento.

Austerità: condizione necessaria ma non sufficiente – Al tavolo dei relatori il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani ed Enzo Moavero Milanesi, ministro per gli Affari europei. Tajani ha incentrato il suo intervento sulle reali misure da adottare per uscire dalla recessione, «perché l’austerità, sancita nel recente fiscal compact, è una condizione necessaria ma non sufficiente». Per combattere la crisi bisogna stare insieme e soprattutto serve un governo europeo. L’obiettivo principale, per Tajani, è comunque il lavoro e per crearlo servono condizioni precise: «una Banca centrale europea (Bce) che non pensi solo alla riduzione dell’inflazione e che provi ad agevolare la crescita». E poi il capitolo dei giovani e di come renderli protagonisti: «I giovani giornalisti possono dare un messaggio di incoraggiamento – spiega Tajani – e in generale le nuove generazioni devono fare un cambio di passo, devono cambiare la mentalità».
Il bicchiere mezzo pieno di Moavero – Da par suo il ministro Moavero, da esperto di diritto comunitario nonché diretto protagonista di molte delle recenti dinamiche dell’Unione europea, vede in ogni modo il bicchiere mezzo pieno. L’Unione europea si spende per creare un popolo di Europei. Certo la percezione dei cittadini non sempre è positiva. Tante sono le incertezze. Eppure Moavero giustifica «le dinamiche lunghe come fisiologiche, e non patologiche».

Claudia Bruno – Raffaele Cappuccio