Journalist Memorial: il Newseum aggiunge 4 giornalisti italiani

WASHINGTON- Lunedi 16 maggio il Newseum ospiterà una cerimonia per ridedicare il Journalists Memorial, che onora le persone che nel mondo dell’informazione sono morte o sono state uccise nella ricerca delle notizie.

Il Newseum aggiungerà i nomi dei 59 giornalisti che sono morti in missione nel 2010 e di ulteriori 18 morti in passato.

La cerimonia si svolgerà al teatro Walter e Leonore Annenberg al Newseum alle ore 11.

Interverranno Krishna Bharat, creatore di Google News, e Alexander Lebedev, imprenditore russo e co-proprietario della Novaya Gazeta. Gli ospiti e i visitatori del Newseum sono invitati a visitare il Journalists Memorial al Livello 3 del Newseum prima e dopo la cerimonia.

Con l’aggiunta di questi 77 giornalisti, il memoriale onorerà un totale di 2.084 giornalisti, fotografi, comunicatori e direttori da tutto il mondo, a partire dal 1837.

Tra i 18 giornalisti aggiunti degli anni precedenti ci sono quattro giornalisti italiani che si ritiene siano stati uccisi dalla mafia. Le loro morti, accomunate da un raro coraggio di fronte alla criminalità organizzata e alla violenza, sono distribuite nell’arco di 28 anni e sono state portate all’attenzione del Newseum lo scorso anno da Andrea Gerli, un giornalista italiano.

I giornalisti sono i seguenti:

Cosimo Cristina, corrispondente da Termini Imerese del quotidiano siciliano L’Ora, scrisse articoli sulle collusioni tra politica locale e mafia. Il 3 maggio 1960 uscì di casa per una riunione e non vi fece più ritorno. Due giorni dopo, il suo corpo fu trovato lungo una linea ferroviaria. Anche se inizialmente classificato come suicidio, il caso è stato riaperto sei anni più tardi, quando la polizia disse che probabilmente Cristina era ucciso a causa dei suoi articoli. Reporter senza frontiere e le associazioni di giornalisti italiane considerano Cosimo Cristina il primo giornalista ucciso dalla mafia. Aveva 25 anni.

Giovanni Spampinato, giornalista del quotidiano siciliano L’Ora e collaboratore de L’Unità, fece numerose inchieste sui legami tra i gruppi neofascisti e sulla criminalità organizzata della Sicilia orientale. Quando un imprenditore fu ucciso a Ragusa nel 1972, fu l’unico a pubblicare la notizia che il figlio di un alto magistrato legato all’estrema destra era stato interrogato sulla vicenda. Continuò a seguire il caso nonostante le ripetute minacce. Il 27 ottobre del 1972 il rampollo sospettato uccise Spampinato con sei colpi di pistola. Un libro del 2005 sulla mafia si riferisce alle sue “coraggiose inchieste sul crimine organizzato e sulla corruzione”. Spampinato aveva 26 anni.

Nato a Cinisi in una famiglia mafiosa, Giuseppe Impastato ruppe con i parenti in tenera età e diventò un attivista politico. Nel 1976 fondò Radio Aut, dove nelle sue trasmissioni
faceva informazione e satira su politici e mafiosi. Nel 1978 si candidò al consiglio comunale, e durante la campagna elettorale fu ucciso da esplosivi piazzati sotto di lui mentre il suo corpo era disteso su una linea ferroviaria. Aveva 30 anni. Bisognerà aspettare fino al 2002 perché un tribunale italiano condannasse come mandante dell’omicidio Gaetano Badalamenti, all’epoca dei fatti, capo di Cosa Nostra.

Mauro Rostagno, nato a Torino, aveva fondato una comunità a Trapani, in Sicilia, e lavorava come giornalista per una televisione locale. Nelle sue trasmissioni raccontava gli affari e le violenze mafiose, dalle collusioni con la politica locale ai traffici illeciti. Nel 1988, tornando nella comunità dove viveva, fu ucciso dai colpi di alcuni sicari. Il suo nome figura nel Journalists Memorial a Bayeux, Francia, come “ucciso dalla mafia”. Rostagno aveva 46 anni, due figlie.

Il Newseum ha inaugurato il suo Journalists Memorial il 4 aprile 2008, sette giorni prima dell’apertura del Newseum. Il memoriale in precedenza era stato esposto a Freedom Park, presso la vecchia sede del Newseum ad Arlington, in Virginia. Il 16 maggio 2011, il memoriale
onorerà la memoria di un totale di 2.084 persone. La galleria del Memorial dispone anche delle fotografie di centinaia di giornalisti deceduti, nonché chioschi con le informazioni su ogni giornalista a disposizione del pubblico.