Rom e media, la convivenza difficile

Alla difficile convivenza tra rom e media e’ stato interamente dedicato il pomeriggio del seminario “Newsrom, informare senza pregiudizi“, organizzato a Milano presso il circolo della stampa, dall’Associazione Giornalisti Scuola di Perugia, nell’ambito della campagna Dosta promossa dal Consiglio europeo, coordinata e finanziata dall’Ufficio nazionale Anti Discriminazioni razziali del Ministero delle Pari Opportunità.

Leonardo Piasere docente di discipline Demoantropologiche all’Università di Verona, ha parlato delle leggende metropolitane che esistono da centinaia di anni e che vedono protagonisti i rom. Per esempio quella del rapimento dei bambini e il codice segreto dei rom per derubare le casee, non evidenziate da nessuna prova scientifica. “I media aiutano molto a costruire gli stereotipi ma e’ bene – avverte Piasere – che i media siano costruiti anche da chi scrive e chi legge: ho l’impressione che tante cose che troviamo nel senso comune vengano aiutate a crescere anche dai media. Se i media sono importanti per i problemi della democrazia monoculturale, la domanda e’ come sia possibile informare nei paesi in cui c’è convivenza tra culture?”.

E’ poi intervenuto Pino Petruzzelli, attore e regista itinerante. Qual e’ la radice del pregiudizio si è chiesto? “E’ fare meno fatica, in quanto ci soffermiamo perché così ci rifugiamo nelle nostre piccole sicurezze. L’uso delle parole ad esempio. Una parola mi inquieta molto: il problema zingari. Si deve parlare del problema che hanno gli zingari”.

Da Lorenzo Guadagnucci, giornalista del Quotidiano Nazionale è stato lanciato un appello ai media: “rispettate il popolo rom, chi lavora nell’informazione deve evitare l’uso di alcune parole ormai divenute tossiche, come clandestino, nomade, zingaro, vu cumprà, extracomunitario”. “E’ nato così – ha ricordato Guadagnucci – il gruppo di Giornalisti contro il razzismo, che dal 2008 promuove riflessioni e iniziative per contribuire al miglioramento della qualità del giornalismo in materia di immigrazione e minoranze”. Guadagnucci ha anche aggiunto che l’uso di un linguaggio improprio ed offensivo nei confronti delle minoranze veicola precisi interessi politici.

Eva Rizzin, di Articolo 3 – Osservatorio sulle Discriminazioni di Mantova ha mostrato attraverso i quotidiani locali lombardi casi di uso improprio e offensivo del linguaggio nei confronti delle minoranze rom e sinti: titoli aggressivi e a volte discriminatori.

Del peso delle parole ha parlato anche Domenico Guarino, scrittore e giornalista di Controradio Firenze, che ha suggerito un percorso attraverso le notizie di cronaca -soprattutto locale- per capire dove nasce il pregiudizio e come si esprime. Alla ricerca delle regole che dovrebbero informare la nostra professione.