L’Europa di oggi: tante lingue, culture diverse, una memoria storica non condivisa. Massimo D’Azeglio oggi direbbe che fatta l’Europa si dovrebbero fare adesso gli europei. Per l’Italia, la nascita e la diffusione di un servizio pubblico radiofonico è stata essenziale per l’unificazione culturale di un popolo, quello italico, diviso dai tempi dell’Impero Romano.

Un servizio pubblico europeo – Di una radio europea si è parlato ieri in un incontro organizzato dall’Associazione Giornalisti Scuola di Perugia nell’ambito della quinta edizione del Festival del giornalismo di Perugia. Un servizio pubblico per l’Europa: da Euronews a Radionews. Euronews, un canale dedicato completamente all’informazione europea, trasmette in dieci lingue e l’audience conferma che si tratta di un esperimento riuscito. Attualmente ci sono in Europa tante radio che trasmettono in tante lingue. Non esiste invece, un servizio unificato europeo né come broadcasting vero e proprio né come Internet.

«Un servizio pubblico europeo, per iniziare con la radio – assicura Antonio Preziosi, direttore Giornali Radio Rai – potrebbe essere un interessante esperimento editoriale sulla strada dell’integrazione». Sia Roberta Angelillo, sia Vittorio Argento, entrambi vice-presidenti del Parlamento europeo, confermano la disponibilità della Commissione europea a stanziare i fondi necessari per la realizzazione del progetto.

Una radio per gli europei – Si tratterebbe di una web-radio e la Rai potrebbe giocare il ruolo di playmaker. «Un eurogiornalista del servizio pubblico – sostiene Preziosi – potrebbe permettersi realmente di incalzare le istituzioni europee negli interessi, non di una singola nazione ma comunitari». Una radio dove si parli di Europa rivolgendosi ai cittadini europei.

Gianluca Ruggirello