Giornata internazionale dei Rom: no a pregiudizi e discriminazioni

Si celebra oggi la Giornata internazionale dei Rom per dire “no” a ogni discriminazione ed emarginazione di questo popolo che nel mondo conta circa 15 milioni di persone. Tante le iniziative per questo appuntamento. Nei giorni scorsi si è svolto a Roma un incontro destinato agli operatori dei media, promosso dall’Associazione giornalisti della scuola di Perugia, per aiutare ad informare senza pregiudizi. Ce ne parla Francesca Sabatinelli (ascolta).

Come raccontano i media la realtà dei Rom e dei Sinti e come la percepiscono gli italiani? In modo pericoloso. Bisogna dunque informare senza pregiudizi. A questo sono dedicate le tre giornate di sensibilizzazione sul mondo di Rom, Sinti e Camminanti organizzate a Roma, Milano e Napoli. Durante la prima, svoltasi proprio nella capitale, è partito il monito ai giornalisti ad essere più attenti e severi con coloro che istigano all’odio razziale, e alle istituzioni a mettere in campo soluzioni che possano favorire l’integrazione e non l’esclusione, come invece accade d’abitudine per questo popolo ricco di storia e tradizioni, tutt’altro che nomade come invece viene erroneamente detto. Marco Brazzoduro, docente di politiche sociali a Scienze Statistiche de La Sapienza di Roma.
“Il nomadismo che alcuni dicevano: “lo hanno nel dna, e nella loro cultura….”, il nomadismo è stato storicamente la risposta culturale alle persecuzioni. I Rom sono stati costretti ad assumere su di sé la pratica del nomadismo per scappare. Tanto è vero che anche tra di loro si dice: “siamo nomadi per forza!”, nel senso che una volta che s’insediano da qualche parte vengono sgomberati. I Rom da quando sono entrati in Europa nel 1400 erano “il diverso” per eccellenza e quindi sono stati sottoposti a persecuzioni e discriminazioni da quando sono arrivati in Europa. Durante il nazismo, i Rom insieme agli ebrei sono stati individuati come l’oggetto dello sterminio perché erano degenerati, perché erano asociali. E’ facile trovare il consenso attaccando i Rom, additando i Rom come il nemico comune, prospettando politiche di ghettizzazione dei Rom, enfatizzando tutte le illegalità dei Rom e tutto questo è esattamente il contrario di quello che la politica e l’istituzione dovrebbe fare”.

Dijana Pavlovic, nata serba, oggi vive in Italia, è una Rom, attrice e mediatrice culturale per i bambini Rom in una scuola elementare milanese: “Ho avuto una seria di fortune grandi nella vita: non sono nata nella Germania nazista, non sarei sopravvissuta, alcuni dei miei parenti sono morti. Non sono nata in un Paese come è l’Italia oggi, perché probabilmente a mala pena riuscirei a leggere e a scrivere o chiederei l’elemosina da qualche parte: ruberei, farei altro e non l’attrice, perché questo è il destino dei bambini nati in Italia. Se un bambino nasce in tre mila metri quadri recintati, senza acqua, luce, senza gas, va a scuola e a scuola c’è l’aula Rom, il pulmino Rom e tutti sanno che lui è uno zingaro, non ci si può aspettare da lui che diventi un avvocato. Noi in Italia non abbiamo l’intellighenzia Rom, non abbiamo i ragazzi all’università e non sappiamo come formarli, non abbiamo mezzi, non abbiamo nessuna interlocuzione con le istituzioni, semplicemente non ci considerano”.

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