Festival del giornalismo. Applausi per “l’Orda” di Gian Antonio Stella

Pubblico in piedi, applausi scroscianti e viva commozione, per Gian Antonio Stella e lo spettacolo tratto dal suo “l’Orda, quando gli albanesi eravamo noi” (Bur, 9,50 euro), messo in scena dalla Compagnia delle Acque con la voce narrante dello stesso Stella per il gran finale, questa sera, sabato 25, del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Stella attraversa il percorso dell’immigrazione italiana, dall’Ottocento agli anni Settanta del Novecento, con documenti, canzoni e foto d’epoca per ricordare come eravamo simili ai migranti, anche clandestini, che oggi cercano in Italia “quell’America” tanto desiderata dai nostri padri neppure molto tempo fa. Teatro e inchiesta giornalistica per uno spettacolo colto, raffinato ed emozionante.

Nel pomeriggio Erik Gandini ha presentato il suo docu-film “Sacrificio, chi ha tradito Che Guevara?” (Rizzoli, 19,50 euro), un’inchiesta piena di colpi di scena e sorprese che ritrae i protagonisti che ruotarono attorno alla morte del Che, per capire chi lo tradì veramente e quali furono le reali circostanze della sua fine e della sorte dei suoi compagni guerriglieri.

L’ultimo giorno del Festival è stato aperto dall’intervista di Anna Piras, vicepresidente dell’Associazione Scuola Giornalisti di Perugia, al collega Giovanni Floris, conduttore di “Ballarò” su Raitre: “Il successo di Ballarò non è legato ad altro se non alla credibilità della trasmissione stessa. Ci appassioniamo alla realtà come lo scienziato facendo domande a chi espone teorie. Presumiamo sempre che l’ospite sia in buona fede, cercando però l’errore nelle cose che afferma”.

Dibattiti, momenti di approfondimento, linguaggi giornalistici nuovi e una partecipazione considerevole decretano il successo del Festival Internazionale di Giornalismo e dello sforzo organizzativo del team di Arianna Ciccone, direttore dell’agenzia di comunicazione “Filo di Arianna”, a cui ha contribuito il collega del “Corriere della Sera” Claudio Sabelli Fioretti.

Giampiero Calapà