Gazzetta dello Sport – L’incontro virtuale tra Zaki e Di Vaio: “Ti aspetto al Dall’Ara”

Patrick, ancora in Egitto dopo i 22 mesi di prigionia, si è collegato online con l’ex rossoblù: “Che onore parlare con un ex capitano”. Il capo scouting: “Siamo orgogliosi del tuo amore per la nostra città e la nostra squadra”

Matteo Dalla Vite

Alla Gazzetta aveva espresso il desiderio – visto che non può ancora lasciare l’Egitto – di poter ricevere una sorpresa dal suo Bologna. “Da chi? – aveva raccontato Patrick Zaki – Arnautovic, Sinisa, da tutto il Bologna…”. Così, il club di Joey Saputo ha raccolto il pensiero dello studente egiziano e ha contattato Patrick tramite il capo-scouting Marco Di Vaio.

Quando nel collegamento – organizzato dall’Associazione Giornalisti Scuola di Perugia in occasione dei 30 anni della nascita della scuola di giornalismo radiotelevisivo della città umbra – Patrick riconosce Di Vaio, il viso si colora di timidezza e di gioia. “Che bella sorpresa – dice Patrick che fino a lì aveva parlato anche della sua prigionia -: io sono un grande tifoso del Bologna, di Arnautovic, di tutti. Ed è un onore poter parlare con un ex capitano del club per il quale tifo”. E Di Vaio, direttamente dal Canada dove ora si trova: “Anche noi siamo tuoi tifosi Patrick, sei un ragazzo speciale e siamo orgogliosi del tuo amore per la nostra città e la nostra squadra. Io come te non sono nato a Bologna ma amo questi colori, questa città e questo club”.

SEDUTO CON ME – Ancora Zaki: “Anche quando ero in prigione mi informavo dei risultati della squadra alla radio, spesso mi avete fatto compagnia. Spero di poter essere lì con voi al più presto”. “Anche noi lo speriamo, ti aspettiamo il prima possibile al Dall’Ara e tifiamo per te – dice Di Vaio -: sappi che la prima partita che riuscirai a venire a vedere sarà vicino a me, nel posto accanto a me”.
E Patrick: “Non vedo l’ora e intanto spero che la squadra si qualifichi per Conference League…”. “E’ dura – sorride Di Vaio -, ma sarebbe un sogno e ci proviamo”. Un altro tassello di affetto per un ragazzo che, nell’occasione, ha parlato anche di quei giorni duri in prigione: “Era terribile sentire la porta che si chiudeva ogni sera impedendomi l’uscita, vedere che altri uscivano e io no, il tutto per 22 mesi… Ora spero che il 6 aprile (giorno dell’udienza, ndr.) vada tutto bene…”.

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