RaiNews. La stampa dopo Snowden e la Guerra tra media e verità

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Il caso Snowden, il rapporto tra lobby e potere, l’Europa e l’euro, la comunicazione politica e la sua influenza sulla narrazione giornalistica, il futuro del giornalismo all-digital, il rapporto tra giornalismo e precariato. Il Festival di Perugia viaggia a vele spiegate nella sua seconda giornata di rassegna. Uno dei panel più attesi è stato quello dedicato dedicato al Datagate che, insieme a Wikileaks, ha cambiato il modo di fare giornalismo. Protagonisti Andy Carvin First Look Media, Carola Frediani una delle giornaliste italiane che ha seguito più da vicino il caso Snowden, Dan Gillmor docente alla Walter Cronkite J-School, Jillian York Electronic Frontier Foundation e James Ball del Guardian.

La sicurezza informatica, alla luce di quanto scoperto dalle rivelazioni di Snowden, è diventata per il reporter del Guardian una necessità impellente per chi faccia informazione su certi temi e non solo: “Solo 12 mesi fa – ha spiegato Ball – quasi nessuno sapeva cosa fosse la criptografia, oggi tutti abbiamo una chiave PGP”. Citando lo scoop per cui il giornale inglese ha vinto anche il Pulitzer, York ha ribadito quanto sia fondamentale lavorare dal punto di vista delle policy e delle leggi che difendano i diritti digitali: “Occorre un cambiamento culturale ampio, perché spesso le persone non sono consapevoli delle minacce personali cui sono esposte”.

Tra gli ospiti d’eccezione sbarcati a Perugia anche politici di rilievo come il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, l’ex ministro del’ immigrazione Cecile Kyenge e il senatore Mario Monti. Intervenuto a un incontro sull’Europa e l’Euro, l’ex presidente del Consiglio, ha attaccato il premier Matteo Renzi: “Sono un ammiratore di Renzi, ma mi ha molto colpito che nei suoi vertici europei abbia detto una cosa che io non avrei mai detto e cioè che l’Italia non è lo studente asinello da mettere dietro la lavagna. Trovo gravissimo che un’autorità istituzionale dica questo, perché significa ammettere che ci possa essere da parte dei partner europei questa visione”.

Nel pomeriggio il rapporto tra guerre e media è stato al centro di diversi dibattiti. Dalla difficile situazione della stampa in Russia ma anche la guerra in Siria messa un po’ da parte dalla stampa dopo lo scoppio della crisi in Ucraina. Di Damasco si è discusso con Sakhr Al-Makhadhi J Magazine, Sam Dagher The Wall Street Journal, Marwan Maalouf co-fondatore Menapolis, Joe Parkinson The Wall Street (11.30 Sala del Dottorato) e dell’Ucraina e dei reporter in trincea con Anna Babinets co-fondatrice Slidstvo.Info, Lucia Goracci RAI News 24, Marcello Greco TG3, Mustafa Nayem co-fondatore Hromadske.TV, Olga Tokariuk giornalista freelance, a cura di Associazione Giornalisti Scuola di Perugia (10.30 Sala Raffaello, Hotel Brufani).

E ancora, le tematiche ambientali, la necessità di una nuova informazione che regredisca dall’attuale catastrofismo insito nella comunicazione di massa, hanno dato vita all’incontro con il meteorologo Luca Mercalli, Simonetta Lombardo, Stefano Cesarini del politecnico di Milano, Alex Sorokin, presidente InterEnergy: “Pianeta Rovente, Comunicare il cambiamento climatico oltre la catastrofe”. Le notizie vengono spesso enfatizzate da una estremizzazione sulle reali condizioni di salute del pianeta, in grado di indurre paure a volte infondate. È necessario quindi, responsabilizzare i lettori ad un giornalismo critico, che sia in grado di distruggere falsi miti, mettere in atto interventi sul territorio, e non dimenticare il rispetto per la Terra.

Non é mancato poi, un dibattito sui nuovi format che stanno crescendo per raccontare le notizie mentre Mathew Ingram di Gigaom ha partecipato al panel “Verification Handbook” dove é stata presentata una guida definitiva per la verifica dei contenuti online: si tratta di un manuale che offre i migliori consigli pratici su come verificare e utilizzare le informazioni fornite dai social network e non solo.

Per il terzo anno consecutivo, infine, i precari dell’informazione si sono incontrati a Perugia per discutere di condizioni di lavoro sempre più drammatiche. Testimonianze dirette con interventi degli esponenti istituzionali e dei coordinamenti territoriali di base dei giornalisti precari.

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